Rapporti con le famiglie

La partecipazione dei genitori

Il legame tra genitori ed educatori porta all’instaurarsi di un rapporto di fiducia reciproca; occorre del tempo perché la fiducia non esiste a prescindere, bensì si costruisce in un cammino comune dove bisognerà saper aspettare senza voler imporre un sentimento che deve invece essere lentamente conquistato. Si chiede ai genitori, al loro ingresso, di avere fiducia nelle capacità educative del nido e nelle competenze del personale, sottolineando anche che un eventuale loro atteggiamento di sfiducia può essere percepito dal figlio e può condizionare così il suo inserimento. Facendo questo si mette in una situazione di imbarazzante disagio e di mascherato paradosso i genitori, che non sono più in grado di esprimere eventuali dubbi legittimi o preoccupazioni che stanno provando (Bulgarelli, 1998).

Il raggiungimento della fiducia reciproca presuppone dunque un processo lento di conoscenza, per consentire il quale occorre che gli educatori siano capaci di creare occasioni, spazi, tempi favorevoli al confronto e allo scambio, con l’obiettivo di rendere più sereno l’approccio dei genitori al servizio. Nel corso degli anni tali momenti sono stati definiti sempre con maggiore precisione e inseriti nella cornice professionale, all’insegna della gradualità dell’esperienza e della costruzione di un rapporto sempre più personalizzato, anche se inserito in un contesto comune. Un rapporto le cui basi dovrebbero essere gettate sin dall’inizio e da prima dell’inizio, ossia già dall’iscrizione, nonché anche attraverso momenti condivisi precedenti l’iscrizione stessa che coinvolgano la comunità rendendola partecipe di quel che viene fatto al nido.

Sono diversi i momenti collettivi che si alternano armonicamente nel definire il processo di costruzione del legame tra nido e famiglie tra cui:

  • Le riunioni;
  • l’incontro di sezione;
  • i laboratori;
  • gli eventi particolari (“Spazi Insieme”, di socializzazione e di condivisione nella vita del nido, nonché di apertura di quest’ultimo verso l’esterno);
  • La documentazione, ossia i cartelloni, le foto, il diario di bordo, e tutto ciò che testimonia la vita e le attività del nido, rappresenta un importante veicolo di comunicazione, uno strumento di trasmissione delle esperienze compiute al nido, e quindi un insostituibile punto di contatto con la famiglia. Documentare significa esplicitare, prima di tutto a se stessi e di conseguenza anche agli altri, il senso di ciò che si sta facendo e che si è fatto, e questo è fondamentale se si vuole stimolare la condivisione e non l’imposizione delle scelte educative che si intendono adottare.
  • Dagli educatori vengono fatti cartelloni che fanno parlare le pareti del nido e che accompagnano in maniera logica e sensata il percorso di grandi e piccini all’interno del servizio, aiutando a rendere leggibile lo spazio e a svelarne l’identità. Ovviamente le occasioni d’incontro al nido sono tante e forse non tutte schematizzabili e racchiudibili in un elenco anche perché quando si intraprende un cammino all’interno della dimensione relazionale, spesso diventa difficile stabilirne i confini e strutturarne in modo esauriente le modalità. La forza della relazione che si approfondisce consiste del resto proprio nel saper viaggiare sempre più su binari creativi, originali e non schematizzabili.